Domani il Partito Democratico voterà la riforma dello statuto nel corso dell’Assemblea nazionale. “Sarà un partito molto più aperto, che offre la possibilità di un’aggregazione maggiore con le adesione online, un partito che si apre alla partecipazione delle persone molto più diretta e rendendo protagonista chi ne fa parte”, annuncia il Segretario parlando a Sky Tg24, durante “Tutta un’altra storia”, l’evento tenutosi a Bologna.
Ecco alcune delle principali proposte di modifica:
– il Segretario del Pd non è più automaticamente anche candidato alla presidenza del Consiglio. La regola era fondata su un modello rigidamente bipolarista, nella realtà scomparso.
– Cambia la “forma” del Partito e dei suoi organi statutari. Il Pd diventa un partito “federale”, con la nuova Direzione Nazionale eletta per i suoi 2\3 dai territori e per un terzo composta da rappresentanti e amministratori locali, segretari locali e regionali scelti dagli iscritti.
– Cambiano le regole del Congresso che non è più convocato solo per votare, ma anche per discutere. È prevista una prima fase per gli iscritti, riservata al confronto su documenti politici e contributi tematici; ed una seconda fase, per iscritti ed elettori, in cui si tengono le primarie aperte per la scelta del segretario e del suo programma di mandato.
– Ci sarà la perfetta parità di genere in tutti gli organismi esecutivi, ad ogni livello.
– Viene attivata la piattaforma deliberativa online PD per chiedere di aderire, discutere, proporre, scegliere.
– Viene creata una rete di volontari democratici per azioni e progetti di tutela dei beni pubblici sui territori.
– Nasce la Fondazione per la formazione e la promozione della cultura politica, presieduta da Gianni Cuperlo.
– si dà importanza alla sostenibilità ambientale: il Pd sarà il primo partito ad avere un bilancio di sostenibilità secondo gli obiettivi di Agenda 2030 delle Nazioni Unite.