È evidente in Lombardia la carenza di mascherine, soprattutto per il personale più esposto al rischio di contagio: medici di base, medici ospedalieri, infermieri e gli altri addetti alla sanità.
Nei giorni scorsi si è sviluppata una polemica tra la Regione Lombardia e la Protezione Civile. L’assessore al welfare lombardo Gallera ha criticato duramente la Protezione Civile che avrebbe fornito mascherine non adatte allo scopo.
Le cose sono andate in maniera diversa
La Regione Lombardia nell’ambito del piano di gestione delle emergenze non ha mai definito chiaramente a chi competa l’acquisto dei presidi medici, mascherine, guanti, tute protettive. È una scoperta fatta dai consiglieri regionali del PD. Il 10 marzo i consiglieri regionali del PD hanno inviato una lettera a Fontana per avere chiarimenti in merito ma ad oggi non c’è stata alcuna risposta.
Ogni amministrazione lombarda ha sempre provveduto autonomamente tanto che, sfruttando alcuni contatti con fornitori cinesi, il sindaco Sala ha potuto scrivere sulla sua pagina Facebook:
Da sempre Milano mantiene ottimi rapporti con le principali città cinesi: nei giorni scorsi ho fatto un po’ di telefonate alla ricerca di mascherine, e la risposta non si è fatta attendere. Ieri sera è arrivato un primo carico: le distribuiremo ai medici di base, agli ospedali e al personale del Comune al lavoro per assicurare i servizi. Nei prossimi giorni ne attendiamo alcune centinaia di migliaia: le metteremo a disposizione dei cittadini, cominciando dalle fasce più deboli.
In realtà anche Fontana aveva annunciato che sarebbero arrivate 4 milioni di mascherine entro il 27 febbraio. Ma questa fornitura non è mai arrivata ed il Pirellone il 2 marzo ha dovuto annullare l’ordine..
Secondo la versione ufficiale, riportata da L’Espresso, “L’ordine di quattro milioni di mascherine è stato annullato (…) dalla centrale di committenza regionale, in quanto il fornitore non è stato in grado di adempiere agli obblighi assunti. Sono stati perfezionati ulteriori ordini con una serie di altri fornitori per i quantitativi di mascherine necessari. L’acquisizione dei dispositivi sta avvenendo presso diversi operatori economici e, alla data di lunedì, abbiamo già ricevuto e distribuito 57.440 mascherine tipo ffp2; 22.620 tipo ffp3 e 496.600 chirurgiche”.
La Regione Lombardia ha perso tempo
Quindi la Regione Lombardia ha perso tempo e si è trovata a cercare affannosamente sul mercato nuove forniture che però nel frattempo erano sempre più difficili da trovare. Anche per il blocco imposto da alcuni paesi tra cui la Turchia e temporaneamente anche la Germania.
Pare anche che il Pirellone sia incorso in un altro errore. Secondo alcune indiscrezioni che circolano nell’ambito dei consiglieri regionali sembra che la Regione Lombardia abbia sbagliato un secondo ordine, per 7 milioni di mascherine, fatto però ancora una volta con una ditta che non si è rilevata affidabile. E così, forse un po’ di malavoglia, Fontana ha dovuto rivolgersi alla Protezione Civile che rapidamente ha fornito:
398.140 mascherine modello Ffp2 ed Ffp3;
97.200 mascherine chirurgiche;
707.000 mascherine Montrasio;
10.800 occhiali protettivi;
930 mila guanti monouso
3.013 indumenti protettivi;
113 ventilatori polmonari intensivi;
103 ventilatori polmonari sub-intensivi.
La Lega prova a confondere le acque
È a questo punto che l’assessore al welfare lombardo Gallera, cercando di confondere le acque, ha affermato «Ci hanno mandato delle mascherine che sono un fazzoletto o un foglio di carta igienica».
Cercando di far dimenticare i pasticci fatti dai leghisti al governo della Lombardia.
Ha replicato il Ministro per le Autonomie Francesco Boccia che ha dichiarato: