La transizione alla mobilità elettrica, la produzione di energia rinnovabile, una maggiore efficienza nell’uso dell’energia, con l’obiettivo di un sistema energetico a zero emissioni, NECESSITA DI INFRASTRUTTURE ED INVESTIMENTI. Infrastrutture pensate non solo a livello locale o nazionale, ma anche nell’ambito della rete elettrica europea e nord-africana.
Vediamo in sintesi quali sono gli investimenti di Terna, la società che ha in carico la gestione della rete elettrica nazionale, partecipata da CDP e da altri investitori istituzionali, per i prossimi anni.
Per evitare ricorsi al TAR e gli stop infiniti ai lavori, oltre alle classiche linee ad alta tensione con i tralicci sul territorio, Terna sta programmando elettrodotti posati in mare e quando a terra comunque in larga parte interrati. Ovviamente questo comporta dei costi di investimento più elevati che, sia pur indirettamente, saranno caricati sulle bollette dei consumatori. È il prezzo da pagare per un minor impatto ambientale a salvaguardia del territorio, oltre che il risultato della miope logica “non nel mio cortile” sostenuta dai falsi ambientalisti.
Esistono già 25 interconnessioni con l’estero. Sette con la Francia, dodici con la Svizzera, due con l’Austria, due con la Slovenia, una con la Grecia ed una con Malta, a cui si aggiunge la linea inter-connector con il Montenegro, promossa da alcuni grandi consumatori di energia elettrica italiani, con i cavi che attraversano i fondali dell’adriatico da Cattaro a Cepagatti, inaugurata da poche settimane.
Tra gli altri, sono inoltre in fase di pianificazione/costruzione queste importanti altre linee elettriche ad alta tensione:
- collegamento da 132mila volt con l’Austria attraverso il Brennero, che entrerà in funzione entro la fine di quest’anno;
- collegamento con la Francia, lungo 190 chilometri (95 in Italia e 95 in Francia) tra Piossasco e Grand’Ile, attraversando il territorio di 25 Comuni italiani con una linea ad alta tensione interrata (la più lunga al mondo), con previsione di entrata in funzione entro quest’anno, con costo intorno ai 800 milioni di Euro per la sola parte italiana;
- la nuova connessione tra Sardegna, Corsica e la Toscana, con un cavo sottomarino che deve sostituire, potenziandola, la linea esistente ormai arrivata a fine vita dopo 50 anni di utilizzo, con lavori che dureranno 4 anni e costeranno quasi 700 milioni di Euro;
- la dorsale adriatica da Fano a Villanova, che serve a portare l’energia prodotta dall’eolico e fotovoltaico nel nord Italia, realizzata con un cavo sottomarino in sostituzione della originaria linea ad alta tensione, con costi intorno a 1,1 miliardi di euro;
- la connessione tra Campania (Montecorvino), Sicilia (Ciminna) e Sardegna (Villasour), che costerà 2,6 miliardi;
- e infine il cavo sottomarino tra Partanna, in Sicilia, e Capo Bon, in Tunisia, con durata dei lavori stimata in 4 anni ed entrata in funzione nel 2027, finalizzato a portare in Italia la produzione fotovoltaica dalla Tunisia, per il quale si stima un investimento intorno ai 600 milioni di euro, per metà finanziati dalla UE.
Complessivamente saranno investiti oltre 6,2 miliardi di Euro per efficientare la rete elettrica nazionale, permettendo l’utilizzo nelle regioni del nord dell’energia rinnovabile prodotta al sud, con notevoli risparmi economici e riduzione dell’impatto ambientale.
Sintesi degli effetti sulla sostenibilità ambientale legate agli investimenti sulle infrastrutture elettriche
Evidenza della possibilità di miglioramento nell’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili, con e senza interventi sulla rete nazionale di trasmissione ad alta tensione. Pienamente evidente il maggior utilizzo di energia rinnovabile possibile con l’adeguamente della rete elettrica.
Il Partito Democratico vuole una svolta ecologica e sostenibile per fronteggiare i cambiamenti climatici in atto, promuove e sostiene il piano per una economia più competitiva con meno sprechi e miglior qualità della vita per le persone.
Nel Piano del Partito Democratico per l’Italia lo sviluppo sostenibile è fondamentale. Un’economia verde è un’economia più competitiva, con meno sprechi e miglior qualità della vita per le persone. Oggi in Italia ci sono 126 miliardi che nessuno tocca. Fanno parte del fondo investimento per le opere pubbliche. Noi ne vogliamo utilizzarne 50 per far diventare l’Italia un Paese verde. È un’opportunità per tutti: questo Fondo Verde può generare fino a 800 mila posti di lavoro. In Italia il futuro del nostro ambiente deve tornare a essere una priorità. (Zingaretti).